Il bacino imbrifero
Il bacino imbrifero (o idrologico) è quella parte di territorio
che circonda il lago e che, a causa della sua pendenza, fa da imbuto di
raccolta delle acque piovane. Lo spartiacque è la linea più
alta del bacino imbrifero per cui le acque piovane che cadono oltre lo
spartiacque non scendono superficialmente verso il lago.
La parte del bacino che contiene l'acqua del lago si chiama conca. La
sua forma è riportata nella carta batimetrica, sulla quale sono
tracciate linee di uguale livello rispetto al mare. Ciascuna linea è
marcata con due numeri, quello fra parentesi indica la profondità
rispetto alla superficie del lago, assunta per comodità a quota
305 (anche se in realtà oscilla attorno a 304,5), mentre il numero
senza parentesi indica la quota della stessa linea rispetto al mare.
La carta batimetrica rivela la presenza di alcuni coni vulcanici sommersi
e l'avvenuto crollo di parte delle isole. Si nota anche che il fondo del
lago a ponente declina più dolcemente che a levante. Ciò
si deve al deposito di ceneri provenienti dal vulcano di Latera la cui
attività si è protratta dopo la formazione della caldera..
Una caratteristica morfologica del bacino Vulsinio (chiaramente visibile
nella foto dal satellite) è il degradare verso il ldo con una serie
di gradini, che sono una testimonianza delle fratture concentriche che
si produssero a causa del crollo che ha formato la caldera. Questa conformazione
è manifesta lungo il versante orientale, mentre lungo quello occidentale
il fenomeno è mascherato da depositi vulcanici successivi.
La carta del reticolo idrografico mostra gli immissari del lago, che hanno
un'attività estremamente modesta, quasi tutti a regime torrentizio.
Sul lato orientale del bacino il reticolo è del tutto insolito:
infatti i corsi d'acqua, anziché seguire i profili di massima pendenza,
hanno a tratti un andamento parallelo alla linea di costa. Questo andamento
è da mettere in relazione alla presenza degli anzidetti gradini.
L'incile è il punto più basso dello spartiacque ed è
quindi il luogo della conca dal quale defluiscono le acque del lago in
eccesso. Attualmente l'incile ha una soglia in muratura a quota 303,41
s.l.m. E' quindi la quota dell'incile che determina il livello minimo
del lago, purché la quantità d'acqua che lo alimenta sia
superiore a quella evaporata (o comunque sottratta). In caso contrario,
persistendo il deficit idrico per più stagioni, il livello scenderebbe
sotto l'incile, l'emissario cesserebbe di esistere nella sua parte iniziale,
il livello del lago subirebbe delle escursioni, in funzione delle vicende
climatiche.
Il bacino imbrifero del lago di Bolsena ha una superficie di 273 km quadri,
dei quali 114 occupati dalla superficie del lago. Il rapporto fra l'area
del bacino e quella del lago è circa 2,5 che è un valore
estremamente modesto, se comparato a quello dei laghi alpini, i cui rapporti
sono dell'ordine di diecine di volte. Tale situazione determina la scarsa
portata dell'emissario.
Il lago è alimentato dalla pioggia che cade direttamente sullo
specchio lacustre, da quella che ruscella lungo le pendici del bacino
imbrifero e da quella che percola nel terreno, e raggiunge la falda acquifera.
Quest'ultima è molto più estesa del lago e dello stesso
bacino imbrifero ed infatti il lago è la parte affiorante di un
grande acquifero.
Il sole ed il vento fanno evaporare ingenti quantitativi di acqua, sia
dalla superficie del lago, sia dalla superficie dei terreni interessati.
A questi fattori naturali, che sottraggono acqua al lago, si aggiungono
i prelievi per uso potabile e irriguo.
La quantità d’acqua che rimane in esubero esce dal lago attraverso
l’incile, entra nel fiume emissario e raggiunge il mare unendosi
a quella raccolta dal bacino dello stesso emissario. I due bacini si integrano,
formando il bacino del lago di Bolsena e del fiume Marta.