Conclusioni
Prima degli anni 60 il lago si trovava nella sua naturale condizione di
oligotrofia. Poi è arrivato il benessere e sono state costruite
le reti idriche e fognarie. Queste ultime hanno scaricato per molti anni
i reflui urbani direttamente nel lago in un quadro di crescente consumo
di detergenti e quant'altro. I prelievi d'acqua si sono moltiplicati,
anche perché l'agricoltura si è trasformata da estensiva
ad irrigua. Il lago ha quindi accusato il "peso" di 20.000 –
35.000 abitanti registrando un periodo di degrado, che lo ha portato allo
stato di mesotrofia.
Negli ultimi anni si è sviluppata una virtuosa coscienza ambientale
che ha comportato sostanziali provvedimenti correttivi: la costruzione
di un collettore per la raccolta dei reflui urbani e di un depuratore
per il loro trattamento; la rimozione di tutte le discariche dal bacino;
la chiusura dei macelli comunali che scaricavano sangue nel lago e l'incentivazione
di colture biologiche estensive.
Alcune iniziative sono andate in senso inverso, in particolare si è
verificata una maggiore richiesta d'acqua potabile ed irrigua, accompagnata
da avverse condizioni meteorologiche, tanto che la portata dell'emissario
si è ridotta ad un quarto dell'originaria e conseguentemente il
tempo di ricambio del lago è passato dagli originari 120 a circa
500 anni, ossia nessun ricambio utile.
Gli Enti Pubblici che si occupano del lago sono numerosi, ma nessuno di
essi ha la funzione di gestire globalmente il lago con criteri limnologici
e multidisciplinari, mirati alla tutela della qualità dell'acqua.
I Lavori Pubblici e l'Autorità di bacino si occupano prioritariamente
della sicurezza dei bacini (allagamenti, frane, ecc.), e considerano il
lago come riserva d'acqua da utilizzare per fini potabili e irrigui; le
Organizzazioni Sanitarie si occupano dell’igiene della balneazione,
i Comuni hanno competenze limitate alle loro frazioni di lago, l’A.R.P.A
Lazio (Azienda Regionale di Protezione Ambientale) è un ente di
controllo e non di gestione; la Provincia è delegata dalla Regione
a svolgere attività autorizzative per i prelievi idrici e scarico
dei reflui, il COBALB si occupa al momento della gestione dell'impianto
di depurazione, l'ATO (Ambito Territoriale Ottimale) è un consorzio
fra tutti i comuni della Provincia di Viterbo e due confinanti della Provincia
di Roma, che si limiterà prossimamente a razionalizzare ed appaltare
ad una unica ditta l'intero ciclo di distribuzione dell'acqua potabile
e della raccolta dei relativi reflui incluso il loro trattamento.
Manca quindi l'organismo che in altri Paesi si chiama “Lake Management”
ossia un ente specifico che tutela in senso limnologico la qualità
dell'acqua del lago. Questo organismo potrebbe essere costituito da un
consorzio fra i Comuni del bacino e la Provincia, forse dallo stesso COBALB.
Per adeguarsi a questa specifica funzione l'ente preposto dovrebbe dotarsi
di una Commissione Scientifica multidisciplinare, a livello universitario,
con qualificate competenze limnologiche, alla quale attribuire funzioni
consultive e propositive.
In assenza ed in attesa di un tale organismo, elenchiamo alcuni degli
interventi che riteniamo più opportuni e che in parte sono già
stati progettati e finanziati.
--- Costruzione di un nuovo tratto di collettore sul versante Ovest per
raccogliere i reflui urbani di Grotte Gradoli e S. Lorenzo N, ora immessi
nel ramo est del collettore che è sovraccarico.
--- Separare la acque chiare dalle scure, per essere immesse direttamente
nel lago, conviene solo se tali acque sono più pulite di quelle
del lago. In caso contrario occorre almeno un trattamento locale di decantazione.
--- Ridurre l’arrivo al lago di fertilizzanti di origine agricola
incoraggiando, con consistenti incentivi supplementari, il volontario
abbandono delle coltivazioni intensive, per favorire quelle biologiche
estensive. Ciò diminuirebbe anche la necessità di acqua
irrigua.
--- Ridurre il tempo di ricambio del lago trasferendo i prelievi di acqua
irrigua e potabile dal versante nord a quello a sud, in prossimità
dell'emissario.
--- Ridurre i quantitativi di acqua potabile "esportati" verso
altre località lontane, per le quali potrebbe essere usata la dissalazione
dell'acqua marina, con processi ormai ritenuti competitivi.
--- Effettuare sistematici monitoraggi chimici, fisici e biologici, in
particolare per misurare il contenuto di ossigeno al fondo.
--- Rilevare in pozzi pilota i livelli piezometrici della falda, la presenza
di percolati agricoli, le risalite di acqua salata. Monitoraggio della
portata del Marta, dell'evaporazione, e tutti i parametri meteorologici.
Siamo fiduciosi che l'Assessorato all'Ambiente, dell'Amministrazione Provinciale
di Viterbo, avendo ottenuto la prestigiosa certificazione EMAS, si adoperi
nel valutare l'opportunità, ed eventualmente promuovere, i provvedimenti
sopra elencati. Si conta anche sulla sensibilità degli insegnati
per diffondere la conoscenza del lago in tutte le scuole del comprensorio
lacustre.
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Per dati numerici e di dettaglio riguardanti il presente opuscolo consultare APPENDIX presso la Biblioteca Comunale di Marta