La Vegetazione macrofita
La vegetazione naturale ha una distribuzione discontinua lungo le sponde
del Lago di Bolsena, che
sono per buona parte occupate dai centri abitati, dai coltivi e dalla
strada circumlacustre. Testimonianza dei boschi che circondavano il lago
è data dalla presenza, alquanto frammentaria, di esemplari di salici,
pioppi e ontani.
I suoli umidi e semi sommersi ospitano specie amanti dell’umidità
come la canapa acquatica, la mestola, la forbicina comune, il garofanino
d’acqua, la selcerella, l’erbasega comune.
Di più piccola dimensione sono la menta d’acqua, il cantocchio
acquatico, la consolida maggiore e il caglio delle paludi.
Sono anche comuni specie dal portamento lianoso e rampicante come l’erba
morella, con caratteristiche bacche di color rosso, e il vilucchio bianco.
Presso Montesenario (Gradoli) è stata osservata la rara mestolaccia
ranuncoloide (Baldellia ranuncoloides).
Le zone litoranee, o comunque periodicamente inondate, sono caratterizzate
dalla presenza di canneti a cannuccia di palude in una zona in cui l’acqua
è profonda fino ad un metro.
Questi sono particolarmente sviluppati lungo la parte occidentale del
lago dove si estendono lungo le rive per centinaia di metri ed anche lungo
i fossi. A volte sono sostituiti da canneti a canna domestica, più
fitti ed inospitali per gli animali.
I canneti a cannuccia di palude sono frammisti ai tifeti, costituiti dalla
lisca maggiore e dalla lisca a foglie strette. Ai margini è stato
osservato il giunco fiorito (Butumus umbrellatus), specie rara nel Lazio.
Verso l’interno del lago il canneto si compenetra con popolamenti
a lisca lacustre. Nelle radure allagate si possono ammirare tra giugno
e luglio le spighe a piccoli fiori rosa del poligono anfibio e i fiori
bianchi del ranuncolo a foglie capillari. Nelle acque poco profonde si
sviluppano la zannichellia e la brasca delle lagune.
Addentrandoci nell’ambiente acquatico compaiono i popolamenti di
brasca perfoliata (potamogeton perfoliatus) con il millefoglio d’acqua
(Myriophyllum spicatum), il ceratofillo comune (ceratophillum demersum)
e la vallisneria (Vallisneria spiralis), caratteristica per i fiori femminili
dal lungo peduncolo spiralato.
In acque più profonde, da 1 a 5 metri, crescono la ranocchia maggiore
e quella minore (Najas minor), idrofite di piccole dimensioni con le foglie
curvate all’indietro e dentellate sul margine, che non raggiungono
la superficie dell’acqua.
Da segnalare la presenza da 1 a 3 metri circa di profondità, della
peste d’acqua comune, specie nordamericana introdotta a scopo ornamentale
nella prima metà del secolo XIX, poi sfuggita a coltura e naturalizzata.
In acque a media profondità è diffusa la brasca trasparente
o erba tinca (Potamogeton lucens), con caratteristiche foglie membranose
diafane, che può formare vere e proprie foreste sommerse, come
nella zona davanti a Poggio Falchetto.
Tutto il perimetro del lago, da 0,5 circa a 10 metri di profondità,
è caratterizzato dalla presenza di tappeti di alghe rigide e fragili,
di colore grigio- verde, appartenenti al genere Chara. Per la presenza
massiccia di queste alghe, il lago di Bolsena è stato definito
appunto “lago a caracee”.
Le acque correnti dei fossi sono caratterizzate da da zolle di vegetazione
di colore verde brillante e compatte di erba ranina. Questa pianta si
sviluppa sotto il pelo d’acqua, con foglie galleggianti a rosetta,
maggiori per larghezza, spessore e dimensioni rispetto a quelle
sommerse, che sono invece quasi lineari e con lembo trasparente. Frammista
a Callitriche, in acque ferme o a lento scorrimento, si rinviene la lenticchia
d’acqua, pianta natante sulla superficie dell’acqua, con piccole
radici che non prendono contatto con il fondo.
Sul fondo dei corsi d’acqua, in direzione della corrente sono ben
visibili masse scure costituite dalla brasca crespata, con foglie allungate
di colore verde cupo e margine marcatamente crespato. Sulle rive e sulle
isolette di fango che emergono nei fossi crescono il crescione acquatico
e la veronica acquatica. In alcuni fossi è possibile osservare
tra aprile e giugno, i bei fiori gialli del gaggiolo acquatico.
E’ da menzionare infine, anche se non strettamente legata all’ambiente
lacustre, la vegetazione spiccatamente termofila di tipo mediterraneo
che caratterizza le isole Martana e Bisentina. In particolar modo il bosco
di leccio dell’isola Bisentina, che è stato segnalato nel
1979 dalla Società Botanica Italiana tra i “biotopi di rilevante
interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia.