I prelievi idrici
Nell'immediato periodo postbellico l'approv-vigionamento dell'acqua per uso
idropotabile era effettuato dai singoli comuni.
I consumi erano molto limitati per il fatto che l'acqua veniva, nella maggioranza
dei casi, prelevata da fontanelle pubbliche e portata a casa con poche brocche.
che le donne tenevano elegantemente in equilibrio sulla testa.
Con il progresso ed il benessere economico si è sviluppata la rete idrica potabile
che ha portato l'acqua nelle case. Il consumo è aumentato rapidamente assieme
agli apparecchi domestici: w.c., lavastoviglie, lavatrici, bagni, idromassaggi,
lavaggi d'auto , irrigazione di prati e giardini.
L'irrigazione agricola era praticata solo nel settore orticolo nelle aree prossime
ai corsi d'acqua, utilizzando la tecnica a scorrimento.
Sul versante settentrionale del bacino l'acqua per uso potabile veniva prelevata
dalle sorgenti, mentre sul versante meridionale veniva prelevata direttamente
dal lago, che allora era qualitativamente costituito da acqua potabile da bere.
L'esistenza di pozzi alla romana era del tutto episodica.
Nel 1959 l'allora Consorzio Acquedotti dell'Alto Viterbese realizzò una rete
di adduzione dalla sorgente "le Vene 1" di S. Lorenzo Nuovo, con una
portata di 4 milioni di metri cubi all'anno. Fra il 1975 e il 1980, con l'estensione
delle opere di captazione, la portata aumentò a oltre 6 milioni di metri cubi
all'anno, imprimendo una prima forte accelerazione ai prelievi.
Nel 1980 ha avuto inizio la fase dei prelievi da pozzi profondi, sollecitata
dalla rapida crescita del fabbisogno d'acqua e facilitata dalle nuove tecniche
di trivellazione. Tutto ciò ha favorito il proliferare di pozzi pubblici e privati.
Negli stessi anni inizia a svilupparsi la rete irrigua del Consorzio di Bonifica
Val di Paglia Superiore, con la realizzazione di un complesso di pozzi profondi,
dislocati nel settore settentrionale del Bacino, in corrispondenza dell'area
di ricarica dell'acquifero.
Il Settore Tutela delle acque della Amministrazione Provinciale ha effettuato
nel 1998 un censimento dei punti di prelievo che gravitano sul bacino idrogeologico,
riportati nella "carta della densità dei prelievi". I risultati del
censimento sono illustrati a lato. Il prelievo complessivo per l'anno 1997 è
stato stimato in 29,1 milioni di metri cubi, diventati probabilmente 33 nel
corso del 2002.
La "carta della densità dei prelievi totali" indica per ciascuna mappa
catastale la densità dei prelievi. Come si vede la maggior parte è effettuata
sul versante nord, fatto che danneggia il ricambio del lago.
Inoltre l'eccesso di prelievi provoca in alcune zone la risalita di acque salate
profonde, come evidenziato dalla "carta della salinità totale".