L’Apparato Vulcanico Vulsinio
A
grandi profondità, sotto la crosta terrestre, è presente
il magma, che è composto da rocce che si trovano allo stato fuso
a causa della grande pressione e temperatura. Quando il magma trova un
condotto di risalita verso l'esterno della crosta terrestre ha luogo una
eruzione vulcanica. Lungo il percorso di risalita può formarsi
una camera magmatica dalla quale partono uno o più canali che terminano
in altrettanti crateri.
La camera magmatica, venendo erosa dal passaggio del magma, tende ad ingrandirsi
ed a trasformarsi in una immensa caverna. Spesso il suo tetto si frattura
e crolla sotto il peso crescente dei depositi vulcanici sovrastanti formando
un avvallamento della superficie, chiamato caldera.
L'eruzione è detta effusiva quando la sua fuoriuscita attraverso
il cratere avviene sotto forma di colate di lava che, solidificandosi
sul terreno circostante, formano un cono o edificio vulcanico. Se invece
il magma esce violentemente con lancio e ricaduta di materiali sciolti,
quali ceneri, lapilli, pomici, scorie e bombe, accompagnati da gas, l'eruzione
è detta esplosiva. Anche i materiali sciolti possono dar luogo
ad edifici vulcanici, come testimonia il cratere di Valentano, che è
costituito da lapilli.
I materiali lanciati, una volta sedimentati e consolidati, danno luogo
ai tufi vulcanici, fra questi si distinguono: il tufo giallo rossiccio,
dal quale si ricavano i blocchetti da costruzione; il peperino, anch'esso
usato come materiale da costruzione ed il nenfro, usato dagli etruschi
per usi diversi, in specie per costruire monumenti funerari.
Gli apparati vulcanici che circa 600.000 anni fa iniziarono la loro attività
sono: il Vulsinio, che ha dato origine al lago di Bolsena, il Vicano,
che ha dato origine al lago di Vico ed il Cimino.
Più a sud si trovano gli altri apparati vulcanici laziali, che
hanno originato i laghi di Bracciano, Albano e Nemi. Questi apparati coprirono
con i loro depositi i vasti territori che erano emersi dal mare circa
due milioni di anni fa.
L'apparato Vulsinio ha coperto di depositi vulcanici il territorio che
va dai fiumi Paglia e Tevere, fin quasi al Mare Tirreno. Comprende tre
complessi vulcanici che si sono sviluppati in epoche successive: Bolsena;
Montefiascone e Latera.
Il vulcanesimo Vulsinio, come del resto quello degli altri apparati laziali,
ha avuto carattere essenzialmente esplosivo, come testimonia la scarsa
quantità di lave rispetto ai tufi. Questi ultimi infatti costituiscono
la grande maggioranza delle rocce vulcaniche della regione e solo sporadicamente,
e per volumi modesti, s'incontrano colate laviche.
I materiali eiettati furono scagliati a grandissima distanza, tanto è
vero che mancano edifici vulcanici di proporzioni notevoli: le alture
che sovrastano il lago e che rappresentano le quote più elevate
dell'intero distretto vulcanico oscillano fra i 500 ed i 600 metri di
altezza rispetto al mare e culminano nel Poggio Torrone, a nord di Bolsena,
alto 690 metri. L'attività vulcanica è passata attraverso
una lunga sequenza di fasi esplosive, com'è attestato dalla stratificazione
di tufi di diversa composizione. Parecchie sono state le bocche di eruzione,
ma i crateri ancor oggi riconoscibili sono evidentemente quelli più
recenti: gli altri, o sono stati demoliti dall'attività successiva
o ricoperti dai materiali eiettati.
La storia
del distretto vulcanico Vulsinio è quindi complessa ed incerta:
vi fu una lunga sequenza di fasi esplosive, ciascuna seguita da collassi
della struttura vulcanica, che hanno dato luogo al bacino che contiene
il lago di Bolsena. Seguirono le eruzioni dei vulcani del Lamone, di Valentano
e di Latera ed altri minori. Il Lagaccione ed il bacino del lago di Mezzano
sono invece due crateri esplosi.
L'attività
vulcanica si concluse con la formazione delle isole Bisentina e Martana,
che emersero a seguito di eruzioni subacquee.
L'acqua piovana modellò il territorio, costituito da tenero tufo.
I fiumi erosero lentamente, ma profondamente, le loro sedi, dando luogo
ad ampie vallate e profonde gole, chiamate con qualche esagerazione "orridi".
Per questo motivo il nostro territorio è stato definito, "terra
di orridi e di laghi".
I fiumi, come li vediamo oggi, ad esempio l'Olpeta, ed il Fiora, sono
rigagnoli insignificanti rispetto alla larghezza e profondità delle
gole in cui scorrono, segno evidente che, nel corso delle centinaia di
migliaia di anni precedenti, la portata dei fiumi era molto più
importante e tumultuosa.
Dalle alture che circondano il lago si possono facilmente individuare
numerosi coni vulcanici: Montefiascone, Capodimonte, Monte Bisenzio, Poggio
Falchetto, Valentano e tanti altri ancora. L'isola Martana e la Bisentina
presentano una forma semicircolare a causa del crollo di una parte dei
coni vulcanici che le costituiscono, particolarità questa che si
può meglio osservare esaminando la carta batimetrica.
Affacciandosi da Montefiascone si vede chiaramente la caldera omonima
sottostante.
Lungo la strada fra Montefiascone e Bolsena si trovano le "pietre
lanciate", che è un'interessante manifestazione di fissurazione
prismatica.
Ad Orvieto, scendendo nel pozzo di San Patrizio, si attraversa prima l'intero
deposito piroclastico e poi si entra nelle argille, e cioè negli
antichi sedimenti marini che, essendo poco resistenti, sono sostenuti
da murature.
A Valentano troviamo un imponente cono di scorie costituito da ammassi
di lapilli rossi e neri, che sono ben visibili perché tagliati
da una cava. Affacciandosi da Valentano verso ponente si può vedere
la sottostante caldera di Latera.
Nei Calanchi di Bagnoregio ed a Vulci, fuori dai depositi vulcanici, si
trovano le formazioni marine autoctone, ricche di conchiglie fossili.
Nella foresta del Lamone di trovano tipici ammassi di pietre vulcaniche.
A Farnese è in attività una interessante cava di blocchetti
di tufo.
Con il tufo sono stati costruiti tutti i centri storici che si trovano
nell'apparato vulcanico: Orvieto; Tuscania; Civita; Sovana; Marta Bolsena;
Montefiascone; Capodimonte;...
E' un immenso patrimonio culturale, perfettamente integrato con quello
naturale: siamo nella "civiltà del tufo" .