Lo zooplancton
Lo
zooplancton costituisce un anello importante nelle reti trofiche pelagiche
degli ecosistemi lacustri perché è il primo utilizzatore
delle energie accumulate con i processi di fotosintesi e, al tempo stesso,
rappresenta una rilevante fonte di cibo per il necton (pesci). Lo zooplancton
è rappresentato da tre gruppi zoologici: Protozoi, Rotiferi e Crostacei.
Protozoi - Sono organismi unicellulari con dimensioni dell'ordine di poche
decine o centinaia di millesimi di millimetro. Questi organismi, anche
se dotati di mezzi di locomozione autonomi, hanno dimensioni talmente
piccole che i loro spostamenti nella massa d'acqua lacustre sono del tutto
irrilevanti.
Rotiferi - Sono animali pluricellulari, con dimensioni che raramente raggiungono
il mezzo millimetro. Il loro nome è dovuto al fatto che attorno
alla bocca presentano una corona di "cilia" che, muovendosi
velocemente, danno l'impressione di un'elica od una ruota in movimento
vorticoso. Oltre a servire per convogliare il cibo in bocca e come organo
di locomozione, la corona di cilia rinnova, con il suo movimento, l'acqua
attorno al loro corpo, assicurando il rifornimento di ossigeno per la
respirazione e facilitando la rimozione dei prodotti del rifiuto. Nel
lago di Bolsena il popolamento dei rotiferi è caratterizzato da
una crescita esplosiva nel periodo primaverile con una tendenza nettamente
decrescente nei mesi estivi.
Crostacei - Costituiscono il più importante gruppo del popolamento
planctonico e, nell'ecosistema lago, sono i più importanti consumatori
primari. Si distinguono due sottogruppi: Cladoceri e Copepodi.
Per descrivere la struttura dei Cladoceri prenderemo ad esempio la Dafnia,
comunemente detta "pulce d'acqua". La struttura fondamentale
del corpo è costituita da due valve che contengono gli apparati
circolatorio, riproduttore e digerente. Hanno due paia di antenne, le
più lunghe delle quali servono alla locomozione. Si riproducono
molto rapidamente, anche perché la loro riproduzione è partenogenica,
cioè avviene senza l'intervento della fecondazione dei maschi,
che compaiono soltanto saltuariamente. I Cladoceri sono in generale tipici
della stagione calda per cui le loro popolazioni aumentano di densità
durante la primavera e perdurano fino alla fine di autunno. Il loro sviluppo
primaverile viene favorito dall'abbondanza, in questo periodo, delle Cloroficee,
che sono il loro alimento preferito.
Nel lago di Bolsena il popolamento dei Cladoceri è caratterizzato
durante l'intero ciclo annuale dal genere Daphnia, che è rappresentato
da più specie. La popolazione è quasi completamente costituita
da femmine partenogeniche, infatti nel periodo studiato non sono stati
trovati maschi. Si notano due periodi di bassa densità, in febbraio
e giugno.
I Copepodi adulti hanno un corpo a forma di pera rovesciata ed appare
suddiviso in segmenti sui quali si inseriscono arti ed antenne. Sono generalmente
fitofagi, ma alcuni di essi diventano predatori da adulti. Le popolazioni
sono composte da maschi e da femmine e la riproduzione avviene attraverso
la fecondazione delle uova da parte del maschio. Vi sono specie che preferiscono
le basse temperature ed altre che prediligono temperature più alte.
La necessità di basse temperature per la sopravvivenza viene risolta
abbandonando progressivamente in estate gli strati superficiali, per andare
a vivere sul fondo del lago in uno stato di quiescenza simile al letargo
dei mammiferi. I Copepodi risultano presenti in tutti i campioni prelevati,
ma mostrano una tendenza discendente nei mesi estivi.
L'interesse di classificare e contare gli individui planctonici sta nel
fatto che esistono specie indicatrici di eutrofia e altre di oligotrofia.
Inoltre passando da un basso livello di trofia ad uno più alto,
si nota un calo del livello della biodiversità. In particolare
nei laghi mesotrofi risultano più abbondanti le forme filtratrici
che si nutrono di particelle inferiori a 10 micron, quali i Rotiferi appartenenti
ai generi Keratella, Kellicottia, Filinia, Hexartrha e Conchilus.
Dal Novembre 1999 al Dicembre 2000 è stato effettuato il monitoraggio
dello zooplancton a cura della Dott.ssa Maria Ida Guancini (vedi tabelle
allegate)
La raccolta dello zooplancton è stata effettuata nella stazione
"Pelagica Sud" utilizzando un retino zavorrato con una imboccatura
rigida e circolare, del diametro di 40 cm, con maglia adatta per catturare
animali di taglia medio grande (Cladoceri e Copepodi) che rappresentano
le prede preferite dai pesci che si nutrono di plancton.
Il retino viene calato ad una profondità di 20 metri e portato
verticalmente in superficie, in tal modo la colonna d'acqua esplorata
risulta essere un cilindro avente un volume di 2,5 metri cubi.
Sulla base dei riconoscimenti e conteggi effettuati nel 97/98, e dal loro
confronto con quelli della campagna del 1969 del CNR di Pallanza, risulta
che il gruppo funzionale dominante è sempre quello dei microfiltratori,
come accade nei laghi in condizioni di mesoeutrofia.
Interessante la successione stagionale dei gruppi funzionali. Nel popolamento
dei Rotiferi non è diminuito il numero di specie identificate,
ma molte di queste risultano presenti solo per brevi periodi all'anno,
inoltre sono stati trovati molti generi riconosciuti in letteratura come
indicatori di eutrofia e tra questi Keratellac ochlearis.
I dati relativi allo zooplancton possono essere interpretati come un segnale
di cambiamento nei meccanismi della rete trofica pelagica, anche in considerazione
che risultano essere in accordo le analisi fisico-chimiche delle acque
lacustri.